Interviste

 

Introduzione

Leggi la recensione deiDe Glaen I dischi dei fiorentini De Glaen non hanno titolo: il primo disco e' quello nero, del '96, venduto in 1000 copie. Quest'anno e' uscito quello con la copertina bianca, dove le due figure e i titoli dei brani (dueuno, duedue, duetre, ecc.) sottolineano che si tratta del loro autentico secondo disco, non contando il disco marrone del 1994, limitato a 500 copie non distribuite, praticamente un demo su cd. Per la distribuzione di "Due" (chiamiamolo così) si e' mossa la Sony, proprietaria della Cockney, piccola etichetta che ha ora il trio fiorentino come gruppo di punta, al posto della BandaBardò (ora BMG). Per la Cockney hanno firmato dopo il disco nero, facendo uscire un e.p. con due remix, uno di Marco Lega e uno del bassista - cantante (?), Francesco Baroncelli.

 

Intervista (interlocutori tutta la band)

De GleanLasciamo che sia proprio il frontman a raccontarci i passi del gruppo.
(Francesco):"Ci siamo formati alla fine del '92, con altra formazione e altro batterista, che ci lasciò. Nel '93 abbiamo incontrato l'attuale batterista, Lorenzo. Abbiamo iniziato a suonare in pubblico nel '94, facendo una cassa comune dai concerti, per autoprodurci.Inzialmente ci siamo mossi in localini, finche' siamo venuti fuori al RockContest. I primi anni arrivavamo a una trentina di date, dopo il disco nero abbiamo fatto 70 concerti in 18 mesi"

E la Subbuteo Expirience?
Lorenzo:" E' un progetto parallelo...a marzo '97 presentammo 18 date con Enrico Brizzi, all'epoca di "Jack Frusciante e' uscito dal gruppo""
" E' assolutamente un progetto parallelo –specifica Vanni- non si tratta né dei De Glaen con Brizzi, né' viceversa, e' un'altra dimensione per tutti e quattro".

Come vi siete conosciuti, con Brizzi?
Vanni: "Venne al Parterre di Firenze, per un reading, chiedendo all'organizzatore un chitarrista che facesse del noise in sottofondo, e da allora siamo rimasti in buoni rapporti. Subbuteo Expierience nacque con la promozione di Bastogne, suo secondo romanzo. Venne fuori una via di mezzo tra il reading e il concerto, in grado di spiazzare il pubblico".

E non ne rimane niente?
Lorenzo: "Da gennaio dovremmo lavorare a un cd, ma non parliamo di De Glaen più' Brizzi".

Ora che abbiamo ricapitolato un po' della vostra carriera, vi sembrera' strano di questi tempi, ma parliamo di musica. Sarei curioso di sapere in studio, tra voi, chi ha più' la mano elettronica?
Francesco "Direi io".

Quindi scopriamo un mostro del basso, Baroncelli, preso dalla musica elettronica?De Glean
(Francesco): "Ma si', non tanto roba dura, quanto semmai sonorità' vicine a Massive Attack e Lamb, per esempio".

I pezzi come nascono?
Francesco: "Generalmente da idee abbastanza precise mie o di Vanni, rielaborate poi da tutti e tre. Non c'è' poi che da suonare, suonare e suonare in studio"

Immagino che per voi la traccia ottica e' solo un momento nella vita di un dato un brano.
Lorenzo: "...E' chiaro perché' dopo sette mesi di concerti, i brani ne hanno subite di mutazioni...."

Nei vostri credits, non compaiono "vocals" ma "emissioni vocali", primarie se di Francesco, secondarie se di Vanni...
Vanni: "L'approccio vocale lo abbiamo in comune , infatti non c'è' grande differenza, anche come testi, tra noi due. L'idea di base e' quella di usare la parte vocale non secondo la melodia italiana classica. Penso sia difficile fischiettare un motivo dei De Glaen. Ci piace lavorare sul suono della parola e su come si interseca nella parte vocale, soprattutto incastrandolo nella ritmica...."

Ora, se non vi metto in difficoltà' continuando a parlare di voi stessi, ma e' innegabile una vostra maturazione dal quando vi siete formati, a 21-22 anni, rispetto a oggi. Le parti di chitarra ad esempio....
Vanni:" Uhm, sai, è sempre diverso, vedendo dal di dentro, ma per quello che mi posso accorgere io, ho tentato di portare avanti due aspetti: da un lato ho lavorato molto sull'effettistica, intesa davvero a dare un colore al brano, e non un semplice al sottofondo al timbro generale, che poi e' sempre una media distorsione, nel mio caso...la differenza di forza nella plettrata si deve sentire...dall'altro comunque la chitarra è sempre uno strumento a sei corde...."

SingleTutti e tre in "Due" avete, secondo me, acquisito un suono e uno stile singolarmente più estesi, a beneficio dell’omogeneità' dei vari brani...
Francesco: "Queste sono le conseguenze anche in sede di produzione artistica, e di arrangiamento. Col tempo ci accorgiamo di qual è il modo migliore per eliminare le cose gratuite, le frivolezze inutili, specie per un gruppo come il nostro, con tanti cambi e passaggi strumentali".
Vanni: "Potrebbe essere un modo per semplificarci la vita, in realtà i pezzi sono più difficili in questo disco, sono molto più una mazzata nei denti. Abbiamo caricato di tensione le singole note, i singoli passaggi, e' una tensione più' diretta".
Lorenzo: "Anch'io come modo di suonare ho semplificato, ora suono con un tom solo e un solo pedale, non più' doppio...tanti piatti semmai...questo perché' abbiamo perso individualmente qualcosa e ora siamo veramente un gruppo. Questa è stata una costante dagli inizi".
Francesco: "Magari a 20 anni vuoi far vedere di più' come suoni; ma c'è anche chi ostenta di non saper suonare, chi si vanta non essere mai andato a lezione e cose del genere. In realtà più sia, e meglio è per te. La differenze sta nel saper gestire quello che sai".

Mi hai accennato alla musica elettronica, prima, in effetti c'è tanta gente che fa musica elettronica eDe Glean "Due" suona il basso da paura...
(Francesco): "E' vero, comunque credo di suonare anch'io diversamente da prima. Poi, sai, quando si vede un bassista che fa un intro di slap, fa sensazione, rispetto all'abitudine al bassone plettrato, che tra l'altro mi piace...sono stronzate".

Per finire, questa apertura verso l’elettronica avrà qualche esito, prima del ritorno in studio per il terzo DeGlaen?
Vanni : "Si', dovrebbe uscire a gennaio un cd col remix di duetre fatto da Paolo Favati, e un altro remix by Alex Bisteak. A loro due abbiamo lasciato la massima libertà, e' interessante ad ogni modo sentire i nostri brani rielaborati dall'esterno, stravolti, se vogliamo, perché' sono brani costruiti su tempi dispari. Ci piacerebbe addirittura fare un disco di remix, anche se il prossimo disco dei De Glaen sarà sempre basso, batteria, chitarra e urlacci vari".

Marco Bazzichi